L'ambientazione di
Nameless Land vede quindi un classico scenario Post-apocalittico di
cupa desolazione e costante paura, in cui la tecnologia è un bene
fra i più rari, che si unisce ad una massiccia caratterizzazione dei
luoghi e delle bizzarre città grazie alle quali questo ottiene
numerose sfaccettature: i Quattro Continenti, ognuno con le loro
numerose Capitali, portano avanti la loro esistenza grazie alle più
disparate forme di commercio e sostentamento nate dopo il Grande
Disastro, come l'estrazione di nuovi materiali quali il Carbotone, la
massiccia produzione di armi della Fornace, i venditori di Fluidi
Mutageni dell'est e via dicendo. Dal momento in cui molto tempo è
passato dal Grande Disastro, l'uomo ha avuto modo di adattarsi alle
ostilità del Nuovo Mondo, imparando a conoscerlo e a sfruttare la
sua ormai devastata superficie. Grazie a questo, ogni luogo
conosciuto è caratterizzato da un suo clima, una sua particolare
struttura geologica, creature e bande che vi si possono trovare,
luoghi di interesse, avamposti di commercianti ed insediamenti fra i
più conosciuti, zone pericolose e tratte sicure... Ma conoscere
tutto ciò non significa poter andare tranquillamente a zonzo per il
Nuovo Mondo incuranti dei pericoli che vi si possono trovare: bestie
ed esseri mutanti di ogni genere, condizioni atmosferiche in costante
cambiamento, radiazioni, ricadute di materiale radioattivo, criminali
del deserto, distorsioni della realtà di cui tutti hanno un giusto
timore (giusto per fare qualche esempio). E la situazione non è
certo diversa negli insediamenti, dove la gente uccide, truffa,
complotta e architetta piani a discapito dei più deboli per
accaparrarsi chissà quale misero bene, dove vengono sfruttate vite
umane, stretti patti di amicizia rotti il giorno seguente, dove
guerre e conflitti continui vedono nascere e morire decine di
insediamenti ogni giorno.
Poi ci sono loro, le
Terre Indipendenti, luoghi mai esplorati per i motivi più
misteriosi, fra i quali le strane entità che le abitano, che alcuni
credono essere uscite direttamente dal ventre dell'inferno.
E come se non
bastasse, ci sono cose che persino i viaggiatori più consumati hanno
udito soltanto di sfuggita nei racconti provenienti da sperduti
sobborghi e bar di quart'ordine: storie in cui si narra di
bio-macchine sopravvissute al Grande Disastro e che starebbero
formando eserciti di freddi cuori artificiali ed armamenti in grado
di spazzare via interi villaggi, storie che parlano di come il
#R.O.O.T. non sia ancora svanito ma che anzi si stia riorganizzando
per risorgere di nuovo, di forze sconosciute grazie alle quali il
mondo cercherebbe di porre definitivamente fine alle sue sofferenze,
di città in rovina dotate di vita propria...